IN CAMMINO CON TERESIO OLIVELLI 03 FebbraioFeb 2023 18:00 - 05 FebbraioFeb 2023 18:30Piazza Martiri della Liberazione, 12, Vigevano, Italy

IN PRESENZA

Adesso tocca a noi
“Vorrei che questa mia non fosse la biografia di Olivelli, ma solo l’inizio di un’altra, che per se stesso nel silenzio del suo spirito, qualcuno magari anche per gli altri, farà più complessa e pro- fonda”. Così scriveva nella sua prefazione Alberto Caracciolo nel suo libro “Olivelli”, La Scuola Editrice, Brescia, edito nel 1947 (sì avete letto bene, 1947, settantacinque anni fa).
Olivelli è un personaggio profondo che non genera tranquillità ma ricerca.
Molti si fermano a giudicare il senso della sua vita: cattolico, studente generoso e animoso, profondo dissertatore, fine laureato, vincitore del Littorio, funzionario del Partito Nazionale Fascista, Alpino, Rettore del Ghisleri, di nuovo Alpino, internato, partigiano, redattore di un giornale clandestino, deportato …morto in un campo di concentramento.
Innanzi tutto quanto dura la vita di Olivelli: dal 1916 al gennaio del 1945 – ventinove anni durante il fascismo, periodo in cui eri “dentro o fuori”.
Ecco Olivelli era uno “dentro” le cose. Non sopportava posizioni emarginate, andava dove era necessario, dove si sentiva utile. Non per sé ma per i suoi compagni di scuola, per i poveri, per gli studenti, per la sua Patria, per gli Alpini ma anche per le popolazioni dell’Ucraina che aveva incontrato andando sul Don. Non serve giustificare perché Olivelli era fascista, ma se uno legge la sua biografia capisce che era nel fascismo ma non era fascista. Non lo era perché all’esame di maturità ci và con lo stemmino dell’Azione Cattolica anche se era proibito, non lo era perché vinse il Littorio dissertando sulla pretesa superiorità della razza dicendo che uno non è superiore per nascita ma per cultura e merito. Non lo era quando funzionario del Partito Fascista poteva starsene a Roma e invece andò volontario in Russia, dove conquistò la Medaglia al Valor Militare, ma non per azioni guerresche ma per l’aiuto dato ai compagni. Non lo era quando nominato Preside del Ghisleri vi rinunciò per tornare con i suoi Alpini che esortò a non passare con i tedeschi l’8 settembre.
Molti guardano alla Resistenza con staccata diffidenza, guardando a questo movimento come a dei vili voltagabbana. Beh, Teresio Olivelli internato in Austria dopo l’8 settembre, scappa sei volte, l’ultima ce la fa facendosi a piedi da Salisburgo a Udine, passando dai Tauri d’inverno. Arriva a Udine dove tutti lo invitano a recuperare a starsene tranquillo, li offrono documenti falsi e lui li usa… ma per andare a Brescia nella resistenza Cattolica Bresciana, per essere utile all’Italia. Faceva il cursore, faceva da collegamento tra Brescia, Milano, Bergamo, Cremona e l’alta Valcamonica ….in bicicletta e la pedalata era assistita solo dal suo temperamento. Aveva tempo per scrivere un giornale c pagine intensissime a cui si ispirò la nostra Costituzione
Questo era Olivelli, vissuto in un momento in cui eri dentro o fuori, in un momento delle scelte.
Il suo epilogo la delazione, San Vittore, Fossoli, Gries-Bolzano, deportato in Germania, Flossenburg e Herrsbruck. Pagine intense fatte di perdono, torture, preghiera, rifiuto di chiedere aiuto ad amici influenti, consolazione a chi stava peggio (!?), testimonianza di generosità, carità, eroica dignità umana, come sta scritto al Liceo Cairoli nella lapide a lui dedicata “ Confermò col modo del suo sacrificio, la dove parevano oscurarsi per sempre l’umana dignità e il significato del suo essere, la possibilità del cristiano consenso all’esistere”.
Nel pensare a Olivelli dobbiamo chiederci se siamo dentro o fuori, se stiamo aspettando o stiamo operando per il miglioramento, consci che le scelte comportano impegno e “costi”. Sentirsi Italiani non per retorica o per nascita, ma in quanto animati dallo stesso spirito, non inerti, ma vivi, operosi, pronti a mettersi in discussione per quell’Italia “severa e generosa” auspicata da Olivelli. Lo abbiamo proclamato Beato: diventa un impegno per noi: scrivere con la nostra vita il seguito di quella di Olivelli.
Adesso tocca a noi.

Doppio appuntamento per ricordare la beatificazione di Teresio Olivelli:
- venerdì 3 febbraio, ore 18.00, in Auditorium San Dionigi - incontro di riflessione con Anselmo Palini
- domenica 5 febbraio, ore 18.00, Cattedrale Sant'Ambrogio, Celebrazione eucaristica con la presenza del Vescovo.

A cura di Società Storica Vigevanese - Associazione Allievi del Cairoli

  • Società Storica Vigevanese
    Organizzatore di IN CAMMINO CON TERESIO OLIVELLI

Indirizzo

Auditorium San Dionigi, Piazza Martiri della Liberazione, 12, Vigevano, Italy

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